Alberto Di Fabio è il pittore dell’infinito invisibile. E’ un artista che non si accontenta di dipingere il cielo cosi come lo vediamo, ma va oltre e analizza l’infinito, sia esso interiore che astrale. Ogni categoria di analisi della realtà - dentro/fuori, piccolo/grande, noi/altri, presente/passato - è in realtà una costrizione - relativa e semplicistica - che la mente si impone per analizzare una realtà troppo complessa. Il rapporto che Alberto Di Fabio ha con la materia è peculiare, molto assimilabile a quello di un alchimista: la sua pittura è la materia grezza, il piombo, che attraverso il gesto artistico, sia esso materiale che morale, diventa chiave e pietra filosofale per comprendere l’essenza più intima e vera della realtà: il divino è in noi, come in tutto ciò che ci circonda. Noi non siamo “altro” da ciò che ci circonda. Per l’artista è fondante e fondamentale il rapporto tra materia e immaterialità. L’artista non nega Nichilisticamente la materia, ma ne contesta il primato nel processo di conoscenza. Purtroppo la fisicità e la sicurezza del tangibile e della matericità spesso monopolizzano il nostro esistere e il modo in cui vediamo e conosciamo ciò che ci circonda. In realtà la materia è solo la forma fisica che noi percepiamo per prima - attraverso i cinque sensi - ma se ci si ferma a tale dimensione il processo di conoscenza dell’essere umano è portato a percepire soltanto i propri limiti materiali, la propria finitezza nel tempo e non la parte immortale e trascendente. L’oro adoperato per le opere presentate in “Trascendenza” porta fino all’estremo tale concezione della realtà. L’oro era del resto considerato dagli antichi egizi la materia costitutiva del sole e della luce: allo stesso modo queste opere, non così frequenti nella produzione artistica di Alberto Di Fabio, sono opere preziose, intime e di sintesi. L’oro a cui vuole giungere l’artista non è ovviamente il materiale prezioso, ma è la luce, la purezza dell’anima, il riuscire a distaccarsi e infine trascendere la materia stessa. “Brain Stone”, “Corpo di luce”, “Corpo astrale”, “Corpo aurico”, “Veicoli di coscienza”, “Individuo magnetico” sono i titoli di alcune di queste opere, che ci introducono in un mondo di bellezza, energia matematica e spiritualità. L’artista spiega queste opere in modo poetico e sibillino, come fosse erede di un antico alchimista: “La mente ci mente, mentre l’anima ci connette con l’universo quantico.”
Alberto Di Fabio nasce ad Avezzano (AQ) nel 1966. Nel 1989 partecipa con due serie di opere, “Montagne rosse” e “Fusioni minerarie”, a una mostra collettiva promossa dalla galleria Alessandra Bonomo di Roma. In tale occasione conosce Sol Lewitt e Alighiero Boetti, che acquista una sua opera e che sarà suo mentore nei primi anni della sua carriera. Dopo la sua prima personale a Roma nel 1994 seguono mostre personali in tutto il mondo: nel 1996 al Rupertinum di Salisburgo, nel 1997 al Kunstverein di Bregenz, nel 2012 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nel 2013 alla Estorik Collection di Londra e alla Mairie du 4eme di Parigi, nel 2014 al CERN di Ginevra e Castel Sant' Elmo di Napoli, nel 2015 al MART di Rovereto e al Macro Testaccio di Roma, e nel 2019 alla Fondazione Bullukian di Lione. Da anni collabora con diverse gallerie tra cui Luca Tommasi a Milano, Umberto Di Marino a Napoli, e con la Gagosian Gallery che gli ha dedicato numerose mostre personali da Londra a New York. Dal 2014 collabora con CRAMUM con cui partecipa a numerose mostre collettive in Italia e all'estero.